La notte del 22 ottobre del 1998, in un locale buio e fumoso di Key West a picco sul mare, un chitarrista sta suonando una canzone di Hendrix quando cade all’improvviso dal palco, precipitando rovinosamente tra i clienti che ballano. Trascorrono molti, troppi secondi, prima che qualcuno si avvicini per soccorrere il malcapitato che sembra non dare più segni di vita. Quando finalmente si tenta di sollevare l’uomo dal pavimento, ci si accorge con orrore che la mano sinistra dell’uomo è stata strappata via da una furia sconosciuta d’impossibile comprensione. Solo due parole percorrono l’Isola delle Ossa come un fremito, ma nessuno osa pronunciarle: Palo Mayombe…
Nel mondo inesplorato del Palo Mayombe, la più oscura delle pratiche occulte importate dall’Africa nel bacino caraibico, il maleficio mortale della Cazuela può dar vita ad una spaventosa reazione a catena, che riproduce lo stesso, terribile atto iniziale sino a quando lo squilibrio cosmico non viene azzerato, riportando ogni “parte del Sé” al proprio posto, non necessariamente al suo legittimo proprietario.
Così il mostruoso “incidente” di Bernie Aaron, lo sfortunato musicista che si risveglia paralizzato e monco su un letto d’ospedale, genererà in tutto il mondo una serie di avvenimenti tanto incredibili da doversi accettare quanto realisticamente inoppugnabili, perché accadono – e continuano ad accadere – in pieno sole e dinanzi agli occhi di decine di testimoni.
Dai Caraibi alla nebbiosa provincia dell’Italia del nord, dalle foreste dello Zaire alla festosa isola di Ibiza, dai deserti messicani alle calli di Madrid, i destini di famose rock star e quelli di oscuri comprimari dell’ambiente musicale si trovano ad essere tragicamente accomunati da un primigenio rituale, che nessuno sa come interrompere.
Dov’è veramente scomparsa Zuna Desante, cantante afro-londinese famosissima negli anni Ottanta? Perché qualcuno afferma di vedere ancora Bob Marley aggirarsi nottetempo nei vicoli di Trenchtown? Per quale vero scopo il giovane studente di medicina Mark Kilroy fu rapito a Matamoros, in Messico, nel 1989 e ritrovato due mesi dopo, morto e sepolto, nei pressi di un ranch senza la mano sinistra? Chi è lo spaventoso e ineguagliabile chitarrista che ogni notte fa strabiliare il pubblico al Fuzzy di Ibiza?
Come nel celeberrimo “Rashomon” di Kurosawa, i diretti protagonisti, i cui nomi danno i titoli ai racconti-capitoli, raccontano la loro versione dei fatti in un romanzo ad incastro sulla relatività della realtà e sull’occulta presenza destabilizzante di rituali troppo “diversi” per essere compresi.
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